
c’è una malattia estremamente diffusa in tutto il mondo, specie nella popolazione over 50, che ogni anno è, assieme alla carie dentale, la prima causa della perdita dei denti.
Colpisce sia uomini che donne, e spesso quando è diagnosticata è già troppo tardi, e i danni che ha fatto ai tessuti sono irreversibili.
È la malattia parodontale, chiamata anche parodontite o piorrea.
un tempo, questa malattia era senza molte speranze: chi ne era affetto, prima o poi, perdeva tutti i denti.
adesso, con le tecniche terapeutiche moderne, è possibile fermarla e salvare gli elementi dentali.
Scopri cos’è la parodontite, da cosa è causata, come si può prevenire e curare leggendo questa pagina.
Cos’è la parodontite?

i denti non devono muoversi da soli!
La parodontite, chiamata anche malattia parodontale o piorrea, è una patologia a carattere cronico e peggiorativo che affligge i tessuti del parodonto orale, quindi gengive e osso alveolare.
Si manifesta come un’infiammazione costante delle gengive che, lentamente, si ritirano sempre di più verso l’osso alveolare, lasciando scoperta la radice dei denti.
alla lunga, il ritiro costante delle gengive mina sia alla salute stessa del dente, che diviene molto più sensibile ed esposto all’attacco dei batteri (e delle abrasioni meccaniche), sia alla struttura stessa dell’osso alveolare, che perde man mano di consistenza, portando poi all’inevitabile espulsione dell’elemento dentale.
Quindi: alla perdita dei denti.
Da cosa è causata la parodontite?

la malattia parodontale è, assieme alla carie, la prima causa della perdita dei denti naturali
La malattia parodontale è causata da un attacco batterico incontrollato, cioè da una fortissima carica batterica della flora orale che, per svariati motivi, surclassa il sistema immunitario della bocca, causando quindi una sovra-esposizione del parodonto.
Generalmente i batteri commensali che vivono nel nostro cavo orale vengono ‘tenuti a bada’ da diversi meccanismi del nostro sistema immunitario, in una situazione di equilibrio.
quando tale equilibrio si rompe, i batteri aggrediscono le gengive che, impossibilitate a difendersi da questo attacco massiccio, cercano di regredire, chiudendo la strada all’infezione.
La parodontite è quindi un meccanismo automatico, disperato e di ultima soluzione, del nostro corpo per limitare l’infezione batterica.
Purtroppo, tale difesa si rivela un’arma a doppio taglio, poiché se è vero che limita l’attacco batterico, d’altro lato causa quella regressione gengivale che, alla lunga, porta comunque alla perdita dei denti.
Esiste una predisposizione genetica alla parodontite?

sì, la predisposizione genetica alla piorrea è stata definitivamente accertata ormai da molti anni.
Si è visto come determinati individui siano geneticamente più sensibili all’attacco dei batteri che causano infiammazione gengivale, e questo può essere accertato con dei semplici test genetici, che si basano sul prelievo di piccolissime quantità di materiale biologico direttamente dalla bocca del paziente.
con un semplice prelievo di materiale dalla bocca del paziente, è possibile andare ad analizzare delle particolari molecole chiamate interleuchine, prodotte dai leucociti (gli anticorpi).
tali interleuchine possono essere più o meno alterate, a seconda proprio della predisposizione genetica del paziente.
Questo può quindi stabilire se un tale soggetto sia geneticamente predisposto o meno allo sviluppo della malattia parodontale.
attenzione, però: la predisposizione genetica alla piorrea non vuol dire che il soggetto predisposto si ammalerà sicuramente di parodontite.
La sola predisposizione genetica non è infatti sufficiente all’inizio della malattia, che richiede invece sempre un deciso attacco batterico, non controbilanciato a sufficienza dal sistema immunitario.
Come si manifesta la parodontite?

la parodontite mai curata può portare alla perdita totale dei denti
La parodontite è una malattia estremamente subdola: comincia in sordina, con una progressione lenta ma costante, i cui sintomi iniziali sono spesso sottostimati o del tutto ignorati dal paziente.
Il suo stato iniziale è chiamato gengivite, e si manifesta come un’arrossamento, associato o meno a gonfiore particolarmente pronunciato, delle gengive.
In molti casi, tale arrossamento è accompagnato anche da dolore alla pressione, unito al sanguinamento (specie durante la quotidiana pulizia orale).
La gengivite, al contrario dello stato successivo della malattia, è una patologia reversibile: se presa per tempo, con adeguato trattamento, l’infiammazione può retrocedere, senza un danno cronico ai tessuti gengivali.
purtroppo, questo primo stadio è spesso ignorato dal paziente, specie quello che non esegue i regolari controlli odontoiatrici.
Se l’infiammazione non viene risolta, le gengive cominciano a proteggersi iniziando la vera e propria malattia parodontale, con la regressione gengivale.
Tale regressione, a poco a poco, ritira la gengiva verso l’osso, lasciando scoperta la struttura sub-gengivale del dente (la radice).
questo causa la creazione di dei veri e propri avvallamenti alla base dei denti, chiamati ‘tasche gengivali’ (o ‘tasche parodontali’).
In tali tasche possono quindi annidarsi altri batteri (e spesso, avanzi di cibo) peggiorando così il quadro clinico e rendendo la patologia cronica.
Se non adeguatamente pulite, le tasche parodontali si riempiono così di tartaro (un film molto duro ed infetto formato dalla placca batterica calcificata) che, lentamente, infiamma e fa regredire ulteriormente la gengiva, ‘scavando’ sempre più in profondità la tasca, seguendo tutta la lunghezza della radice del dente.
arrivata all’osso alveolare, l’infiammazione comincia a corrodere il cemento dentale, cioè il tessuto che ‘ancora’ il dente all’osso, causando quindi dapprima la mobilità del dente stesso, e poi, inevitabilmente, la sua caduta (espulsione).
Tutto ciò non avviene in poco tempo, ma in anni.
Anni in cui il paziente può comunque intervenire, cominciando una specifica terapia che potrebbe salvare tutti i suoi denti, e che andremo a vedere tra poco in questa pagina.
Come si cura la parodontite?

preso atto che la piorrea è causata da un attacco batterico incontrollato che forza le gengive a proteggersi ritirandosi, la cura è conseguente, e si basa sull’abbassamento di tale livello batterico nel cavo orale.
Ciò è ottenuto in due modi, che devono essere sinergicamente attuati:
- Una pulizia professionale e periodica delle gengive e delle tasche parodontali;
- Una pulizia quotidiana domestica regolare e ben eseguita
la pulizia professionale deve essere eseguita esclusivamente in uno studio odontoiatrico, da un Parodontista (Igienista Dentale od Odontoiatra), ed è eseguita per mezzo dell’ablazione del tartaro (detartrasi) e la bonifica delle tasche gengivali.
tale ablazione, meccanica, può essere eseguita con gli strumenti tradizionali (ablatore ultrasonico, specillo, curette, ecc.), mentre il laser odontoiatrico ad alta potenza ben si presta alla cura e alla pulizia delle tasche parodontali.
nella detartrasi il Parodontologo rimuove fisicamente le placche di tartaro infetto ed ancorato ai denti e alle gengive, scavando in profondità della tasca fino ad arrivare al suo apice, che può essere anche di molti millimetri in profondità sotto-gengivale.
datosi che gli strumenti con cui scavare e pulire hanno una capacità limitata di penetrazione, per ovvi limiti fisici, nel caso di tasche particolarmente profonde (oltre i 10mm circa, limite massimo di profondità raggiungibile anche con il laser odontoiatrico) è necessario un piccolo intervento chirurgico, chiamato ‘a cielo aperto’.

con tale intervento, ormai eseguito di routine e totalmente sicuro se effettuato da uno specialista Parodontologo con esperienza, si incide la gengiva, la si scolla dal dente e si provvede a pulire per bene e disinfettare la tasca, richiudendo poi il tutto con piccoli punti di sutura.
il tutto è eseguito in anestesia locale, quindi totalmente indolore.
Anche il fastidio post-intervento, con le tecniche d’incisione utilizzate attualmente, è veramente contenuto, e la guarigione è molto rapida.
dopo un primo ciclo intensivo di pulizia, il paziente affetto da parodontite è comunque tenuto ad effettuare i cicli di mantenimento periodici, solitamente su base trimestrale o quadrimestrale, nonché è istruito ad eseguire una scrupolosa igiene orale quotidiana.
se ben eseguita e mantenuta nel tempo, la moderna cura della parodontite riesce ad arrestare il progredire della malattia, permettendo alle gengive di guarire e, in molti casi, preservare i denti naturali ed impedirne la caduta.
alla cura parodontale, una volta stabilizzata la situazione e fatta cessare l’infiammazione cronica, è possibile poi associare una ricostruzione gengivale, in grado di recuperare la piacevolezza estetica o la funzionalità della gengiva danneggiata dalla piorrea.
Le gengive danneggiate dalla parodontite poi ricrescono?

una volta retratte, le gengive non ritornano più a condizione naturale, e devono essere ricostruite
non del tutto.
Le moderne cure parodontali possono fermare l’avanzamento della patologia ed impedirne la degenerazione, ma la gengiva ormai ritirata, anche se sfiammata, non riesce a riformarsi totalmente.
Questo non è necessariamente un problema insormontabile: è possibile continuare ad avere una buona qualità del parodonto anche con una leggera o moderata regressione, senza per forza sperimentare particolari problemi.
nei casi in cui invece la regressione gengivale comporti un problema estetico particolarmente sentito, oppure un problema funzionale (iper-sensibilità al caldo o al freddo, ad esempio) è possibile utilizzare i moderni protocolli della chirurgia orale per ricostruire la gengiva mancante, grazie all’auto-innesto di materiale autologo.
Se perdo i denti per colpa della parodontite, posso poi rimpiazzarli con gli impianti?

non è possibile inserire impianti dentali su una bocca affetta da parodontite
non fino a quando non avrai dapprima curato la piorrea.
Una delle regole fondamentali dell’implantologia è quella che essa può essere utilizzata solo in presenza di un tessuto parodontale (gengiva ed osso alveolare) sano.
Non è possibile inserire impianti dentali su tessuti ancora infiammati dalla malattia parodontale, pena irrimediabili danni (anche di grave natura) a carico dell’osso alveolare.
il paziente che intende quindi inserire degli impianti dentali ed è affetto dalla piorrea deve, categoricamente, prima trattare la stessa, e solo dopo può pensare di provvedere al riposizionamento degli elementi dentali perduti.
La parodontite affligge solamente soggetti oltre i 50 anni d’età?

no, non esclusivamente.
Sebbene la statistica ci dica che la malattia colpisce prevalentemente soggetti over 50, la malattia parodontale può scatenarsi anche in soggetti giovani, persino nei ragazzi.
La componente ereditaria, in questi casi, è molto importante: sebbene la rigenerazione dei tessuti nei pazienti giovani sia molto efficiente, la predisposizione alla malattia parodontale può far scatenare comunque l’infiammazione cronica, se abbinata ad una scarsa igiene orale e alla cattiva abitudine di non eseguire controlli periodici dal dentista.
va ricordato che la predisposizione genetica, da sola, non è sufficiente a far iniziare la parodontite, ma deve essere abbinata sempre ad una cattiva condizione igienica della bocca.
In una bocca tenuta sempre controllata e ben pulita, anche in caso di predisposizione genetica è altamente improbabile che s’instauri un processo infiammatorio parodontale.
Questo è sempre da tenere presente, a prescindere dall’eventuale ereditarietà genetica e dall’età anagrafica del soggetto.
Sono risultato predisposto alla parodontite, perderò tutti i denti?

la predisposizione genetica, da sola, non è sufficiente a scatenare la malattia parodontale
non necessariamente.
Non si eredita la parodontite, ma la sensibilità dei tessuti parodontali all’attacco della flora batterica.
In presenza di una bocca curata, ben pulita e che esegue sempre pulizie professionali e controlli regolari, è molto difficile che la malattia parodontale possa manifestarsi.
C’è comunque bisogno di un attacco batterico incontrollato, impossibile da avere in un paziente ben informato, che esegue quotidianamente la pulizia dentale ed esegue regolari controlli periodici dal dentista.
un soggetto predisposto, semplicemente, dovrà stare più attento alla propria igiene orale, ed effettuare magari controlli e pulizie periodiche più ravvicinate rispetto ad un soggetto non predisposto.
Ma non è assolutamente detto che manifesti la malattia parodontale, o che perda tutti i denti, anzi: con controlli periodici e trattamenti di pulizia regolari, tale evento è decisamente improbabile.
Tutti i batteri presenti nella bocca possono causare la parodontite?

no, la parodontite è causata solo da ben determinati ceppi batterici.
Non tutti i batteri che vivono nel nostro cavo orale sono ‘cattivi’, cioè causa della parodontite.
Alcuni sono totalmente innocui, e non causano infiammazione gengivale.
Il rapporto proporzionale tra questa ‘flora buona’ ed invece la ‘flora cattiva’, causa della piorrea, è determinante nello sviluppo della malattia.
Ed è anche un buon test per stabilire lo stato di salute di un paziente, nonché l’efficacia di un trattamento parodontale.
da tempo è disponibile uno specifico test microbico che, con un piccolo prelievo di materiale organico dalla bocca del paziente, riesce a stabilire l’esatta percentuale di batteri patogeni e batteri invece innocui.
Tale percentuale è di grande aiuto al Parodontologo, che così può controllare lo stato iniziale di un paziente, confrontandolo poi con quello finale, dopo la terapia.
Una terapia correttamente eseguita infatti abbassa la percentuale di batteri patogeni, innalzando contestualmente quella di batteri innocui.
Quanto costa un trattamento per la parodontite?

il costo di un trattamento parodontale, ovviamente, varia in base al grado di severità della stessa.
Parodontiti iniziali hanno costi d’intervento (e anche tempi di somministrazione) inferiori a quelli di casi in cui, invece, si è costretti ad intervenire su tasche gengivali ormai arrivate all’apice della radice.
chiarito questo, è comunque bene sottolineare una cosa importante, sia dal punto di vista medico che squisitamente economico: ogni dente salvato dalla piorrea è già un guadagno, sia di salute che di denaro.
Salvare i denti naturali non è solo la via preferenziale standard in Odontoiatria, ma anche una misura logica e di buon senso economico: un dente naturale salvato costa molto meno che rimetterne uno con un impianto dentale.
premesso ciò, è conseguente pensare che il costo di una cura parodontale, anche se all’apparenza sostenuto, è relativo agli enormi vantaggi che esso porta, sia di salute che di eventuale, futura spesa.
È vero che l’uso del laser odontoiatrico aumenta la percentuale di riuscita del trattamento della parodontite?

sì, è vero.
Il laser odontoiatrico ad alta potenza è uno strumento medico di grande utilità e duttilità, che nel tempo si è dimostrato anche di estrema efficacia nel trattare le tasche parodontali.
Essenzialmente, il laser odontoiatrico ha tre grandi vantaggi, che lo rendono molto adatto proprio a curare la parodontite:
- Penetrazione profonda nelle tasche gengivali
Il laser odontoiatrico riesce a penetrare fino a circa 10mm nella tasca dentale.
Un’elevata penetrazione che non è possibile ottenere con gli strumenti tradizionali, e che può quindi risparmiare il paziente dalla necessaria apertura gengivale; - Effetto cauterio
Il laser odontoiatrico rilascia energia sotto forma di calore, che cauterizza istantaneamente i tessuti.
Questo vuol dire che, mentre pulisce le tasche, il laser brucia ed uccide i batteri, contestualmente cauterizzando i vasi, che sanguineranno quindi molto di meno; - Stimola la guarigione delle gengive
La fotobiostimolazione stimola il tessuto gengivale a rigenerarsi
in definitiva, l’uso del laser odontoiatrico per la cura della parodontite è una soluzione d’eccellenza, sovente utilizzata dagli studi odontoiatrici di alto livello, particolarmente attenti al miglioramento continuo delle terapie che propongono.
Dal 1955, l’eccellenza milanese per la parodontite

siamo lo studio medico d'eccellenza per la cura della parodontite a Milano, sin dal 1955
Lo Studio Dentistico Bittante è, sin dal 1955, l’eccellenza a Milano per il trattamento della parodontite.
Nel corso di oltre 60 anni d’attività, lo studio si è focalizzato proprio sulla diagnosi e sulla ricerca scientifica della malattia parodontale, sviluppando nuovi protocolli terapeutici in grado di affrontare e risolvere anche i casi più gravi, che magari altri studi dentistici hanno già dato per incurabili.
nello studio è presente un’intera equipe di professionisti Parodontologi, formati personalmente dal Dott. Gianluigi Bittante, e che operano con i più moderni ritrovati tecnici e terapeutici disponibili sul mercato.
Come il microscopio operatorio, il laser odontoiatrico ad alta potenza e l’utilizzo dei bio-test genetici e microbici, indispensabili per stabilire con certezza la predisposizione genetica alla piorrea e il suo grado di severità.
da anni, la sfida più grande dello studio, spesso vinta, è quella di salvare i denti dei pazienti dalla caduta per colpa della parodontite.
Quegli stessi denti che, magari, in passato sono stati giudicati ormai ‘perduti’ da altri Odontoiatri.
Il dentista in pieno centro a milano, fin dal 1955
Lo Studio Dentistico Bittante si trova a Milano, in Corso Europa 10.
La sede è storica, ed è utilizzata da oltre sessant'anni.
Lo Studio Dentistico Bittante non è un franchising e non è una catena low-cost: è uno studio unico, gestito da tre generazioni di professionisti dell'Odontoiatria e dell'igiene orale, e questo è un motivo di vanto per tutti i collaboratori e gli altri professionisti presenti giornalmente nelle sale di trattamento.
Lo Studio Dentistico Bittante è nel cuore di Milano, ed è facilmente raggiungibile con le Linee Metropolitane:
- MM1 (Linea Rossa) Fermata San Babila o Duomo;
- MM3 (Linea Gialla) Fermata Duomo;
- MM4 (Linea Blu) Fermata San Babila
se vuoi raggiungerci in autovettura, ricorda che lo studio è nella Zona a Traffico Limitato di Milano (Area C), quindi ti servirà il pass (clicca qui per tutte le informazioni e per acquistarlo).
se devi parcheggiare la tua auto, davanti allo studio è a disposizione un autosilo, con parcheggi orari.
se vieni da fuori Milano in treno, puoi scendere alla stazione Milano Centrale e prendere la linea MM3 (Linea Gialla), direzione S. Donato, fino alla fermata Duomo.
se vieni invece dalla stazione di Porta Garibaldi, il percorso più breve è quello di prendere la linea MM2 (Linea Verde), direzione Abbiategrasso-Assago, scendere a Cadorna, cambiare con la linea MM1 (Linea Rossa), direzione Sesto 1° Maggio e scendere alla fermata Duomo.
se vieni dall'aeroporto di Linate, o studio è comodamente raggiungibile in poco più di 10 minuti con la linea metropolitana MM4 (Linea Blu), scendendo alla fermata San Babila.
Quindi ricorda che...
- La parodontite, chiamata anche piorrea o malattia parodontale, è un’infiammazione cronica a carattere evolutivo che affligge gengive e osso alveolare;
- La parodontite è causata da un attacco batterico incontrollato, a sua volta generato da determinati ceppi batterici;
- La parodontite non è trasmessa geneticamente, ma ne può essere trasmessa la sua predisposizione;
- È disponibile un test specifico per accertare o meno la predisposizione genetica alla parodontite;
- Affinché si manifesti, la parodontite ha bisogno di un drastico calo delle difese immunitarie e di un aumento della PLACCA batterica nociva;
- La parodontite è una malattia degenerativa: più passa il tempo, più fa danni;
- La parodontite fa regredire progressivamente le gengive, che si difendono dall’attacco batterico ritirandosi sempre più;
- A lungo andare, la retrazione gengivale arriva sino all’osso, scoperchiando tutta la radice dei denti;
- La retrazione gengivale forma delle tasche tra denti e gengiva, chiamate tasche parodontali, dove si annidano altri batteri e si forma il tartaro, rendendo cronica la malattia;
- La cura per la parodontite si basa sull’abbassamento della carica batterica nociva, per mezzo di costanti pulizie professionali e la buona igiene orale casalinga;
- La parodontite affligge prevalentemente i soggetti over 50, ma può manifestarsi anche in pazienti molto giovani