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I sintomi della parodontite: come riconoscerli

Dentista d'eccellenza in centro a Milano

I sintomi della parodontite

Quali sono i sintomi della tanto temuta piorrea?
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‟Dal 1955, mia mamma è stata una delle prime pazienti del Dott. Luigi Bittante.
Ho avuto solo i Bittante come dentisti: pazienti, bravi, perfetti!"
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‟Sono quarant'anni che vengo qui: ho avuto anche interventi importanti, ma non ho mai avuto paura né nessuna tensione!"
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‟Sono più di sessant'anni che vengo qui allo Studio Bittante: prima col Dott. Luigi, ora con la Dott.ssa Ilaria.
Sempre con loro!"
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Gianluigi Bittante - MioDottore.it
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C’è una patologia del cavo orale che, ogni anno, bersaglia milioni di persone nella sola Italia e che è, assieme alla carie dentale, la prima causa di perdita di denti nella popolazione adulta.

I suoi numeri sono impressionanti: si stima che circa il 60% di tutta la popolazione italiana ne sia afflitta, con un picco maggiore, in termini sintomatici, in corrispondenza della terza decade della vita.

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Il suo costo per il Servizio Sanitario Nazionale è davvero pesante: circa 2,5 miliardi ogni anno.

A tutto questo, si aggiunge il grandissimo disagio, non solo fisico ma anche psicologico, che la perdita dei denti comporta.

La parodontite, chiamata anche comunemente piorrea, è una grave affezione di gengive e osso alveolare, la cui diffusione tra la popolazione è talmente elevata da poter essere definita tranquillamente una costante epidemia mondiale.

Riconoscere prontamente i sintomi di questa patologia, cronica e degenerativa, è di assoluta importanza nell’ottica di preservazione dei denti.

Leggi questa pagina per scoprire quali sono i sintomi della parodontite, e quello che puoi fare per iniziare subito le cure adeguate, che potranno salvare i tuoi denti naturali.

Cos’è la parodontite, e perché è così diffusa tra la popolazione?

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La parodontite, chiamata anche malattia parodontale o, nel gergo comune, piorrea, è una lenta recessione delle gengive, scatenata da una predisposizione genetica e una sensibilità elevata a specifici batteri anaerobi che popolano comunemente il nostro cavo orale.

In determinate condizioni, nelle persone predisposte alla parodontite si assiste dapprima ad un’infiammazione diffusa delle gengive (gengivite), che sfocia poi in una lenta retrazione delle stesse, che si ritirano sempre di più verso l’apice della radice dei denti, formano delle vere e proprie tasche chiamate tasche parodontali.

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In queste tasche si annidano altri batteri, che perpetuano l’infezione e fanno ritrarre sempre più le gengive, fino ad arrivare all’apice radicolare, dove viene intaccata la struttura dell’osso, che ancora i denti grazie al cemento radicolare.

Danneggiandosi per via dei batteri che sono arrivati sino a lui, l’osso alveolare corroso fa perdere l’ancoraggio delle radici dei denti, che dapprima cominciano a ‘dondolare’, per poi cadere spontaneamente.

Si presume che la parodontite abbia da sempre bersagliato l’Homo Sapiens, ma che abbia raggiunto l’apice dei suoi alti numeri di contagio in tempi relativamente moderni, all’aumentare della sopravvivenza media.

La Medicina ha ormai da tempo definito la parodontite come una patologia genetica: il suo alto contagio, la sua virulenza diffusa, i tipici caratteri di ereditarietà che possono essere riscontrati tra gli individui della stessa famiglia, sono caratteristiche tipiche e comuni di una malattia su base ereditaria, come qual è la piorrea.

Come qualsiasi altra patologia di origine genetica, la predisposizione alla parodontite si trasmette agevolmente di generazione in generazione, causando numeri di contagio record comparati a qualsiasi altra malattia ereditaria.

Epidemiologia della parodontite: numeri impressionanti, allerta continua

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che, nei soli Paesi industrializzati, la parodontite affligga almeno il 40% della popolazione.

Di questo 40%, almeno un 10% è rappresentato da casi gravi ed avanzati, in cui vi è stata almeno una perdita di un elemento dentale.

I numeri esatti dei contagiati dei Paesi in via di sviluppo non è noto, ma si presume, ragionevolmente, che la percentuale di infezioni sia ancora più sostenuta rispetto ai paesi OCSE.

Pur con il dovuto margine di approssimazione e la sempre presente sotto-stima del fenomeno, nella sola Italia la parodontite, secondo il Ministero della Salute, affligge circa il 60% della popolazione, con un deciso innalzamento, in termini di gravità, nella fascia d’età over 50.

Tuttavia, i dati disponibili negli ultimi anni hanno evidenziato un incremento non trascurabile della parodontite nella popolazione ancora giovane, indicativamente tra i 35 ed i 44 anni d’età, con una tendenza alla stabilizzazione del fenomeno verso i 38 anni (in media).

A livello di genere sessuale, sembra che gli ultimi studi puntino ad indicare le femmine come bersaglio prediletto della piorrea, con un rapporto di 3:2 rispetto ai maschi (di eguale fascia d’età).

Tale maggiore incidenza, si presume, oltre che dalla predisposizione genetica è causata dai cicli ormonali della donna, tra cui l’uso dei contraccettivi orali e della gravidanza.

Qual è l’agente eziologico della parodontite?

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La parodontite è causata da una predisposizione genetica come causa primaria, mentre l’agente eziologico (cioè che da inizio alla malattia) è microbico.

Alcuni batteri anaerobi che popolano comunemente la nostra bocca, e che si nutrono degli avanzi del nostro cibo che rimangono tra denti e gengive, sono i responsabili della piorrea.

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Ma va fatta una doverosa precisazione: sebbene questi batteri non siano propriamente nostri ‘amici’, il nostro sistema immunitario è comunque capace di contrastarli, entro certi limiti.

Ciò vuol dire che, in condizioni di normalità, il loro numero nel cavo orale è sempre tenuto sotto controllo dal sistema immunitario, e una loro iper-proliferazione è dunque bloccata sul nascere.

Solo in caso che il loro numero cresca in maniera abnorme, e che il sistema immunitario non riesca a contrastarlo efficacemente, si parla di inizio di malattia parodontale.

Sul ‘quantum’ di questa carica batterica necessaria per scatenare la patologia, entra in gioco la predisposizione genetica, che porta poi alla sensibilità specifica di ogni paziente.

Quindi, la parodontite è una patologia di origine genetica?

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Sì, la Medicina ha accertato ormai da diverso tempo che la parodontite è una patologia su base genetica, quindi trasmessa attraverso i caratteri ereditari.

Ovviamente, non si eredita la patologia in sé, ma la sua predisposizione.

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Affinché la piorrea cominci a manifestarsi, è difatti necessario che vi siano dei fattori scatenanti specifici, quali:

  • Un’elevata carica batterica nociva presente nel cavo orale;
  • Una scarsa igiene dentale quotidiana;
  • Insufficienti od assenti controlli dal dentista;
  • Il diabete;
  • Alcune patologie cardiovascolari
    ⁃ Il consumo di tabacco;
  • Gravi condizioni di stress;
  • L’età avanzata

affinché la malattia parodontale inizi, è dunque necessario che le difese immunitarie si abbassino decisamente, e conseguentemente si alzi la percentuale di batteri anaerobi ‘cattivi’, cioè i responsabili dell’infiammazione e la successiva recessione gengivale.

C’è un esame per capire se si è predisposti geneticamente o meno alla parodontite?

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Sì, da qualche anno è disponibile un test genetico veloce e non invasivo, estremamente affidabile, per capire se si è predisposti o meno alla parodontite.

Il test, effettuato prelevando un poco di materiale genetico dalla bocca del paziente, mira ad analizzare la quantità delle interleuchine, delle specifiche molecole prodotte dai leucociti (i globuli bianchi).

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C’è una precisa correlazione tra la quantità delle interleuchine rilevate e la predisposizione genetica alla parodontite, e questo test può dunque rilevarla.

Va però fatto notare che il test per la parodontite può solamente dire se vi sia predisposizione o meno alla malattia parodontale, non se essa sia effettivamente presente.

Per la diagnosi della piorrea (che potrebbe anche non essere sintomatica, seppur in un soggetto predisposto), è sempre necessaria la visita specialistica odontoiatrica.

Vi sono altri test per stabilire la presenza o meno di parodontite?

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Come detto poco in alto, la diagnosi della parodontite sintomatica è clinica, ed è effettuata mediante una visita specialistica odontoiatrica.

Nella visita, vengono misurate le profondità delle tasche parodontali mediante un’apposita sonda: se esse sono superiori ai 3,5 mm, limite considerato fisiologico, vi è la conferma empirica dell’inizio della patologia parodontale.

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La visita clinica può essere accompagnata, specie negli studi dentistici specializzati e di alto livello, da un particolare biotest che è in grado di rilevare la quantità dei batteri parodontopatogeni, cioè quelli responsabili dell’infiammazione e della retrazione gengivale.

Questo dato di misura è importante, poiché permette al dentista di stabilire la giusta terapia per il paziente, confrontando, nel tempo, la percentuale dei batteri ‘cattivi’ con quella dei batteri invece inerti.

Tale rapporto percentuale, che è inversamente proporzionale tra le due tipologie batteriche, è un importante misuratore dell’efficacia della terapia, e pertanto saperlo è di grande importanza medica.

Il dentista può infine decidere di eseguire un esame radiografico come la ortopantomografia che consente di vedere i livelli di quantità ossea presente e quanta si è già riassorbita, oppure un esame radiografico tridimensionale come la TAC Cone Beam per valutare la tipologia di riassorbimento.

Quali sono i sintomi della parodontite?

La malattia parodontale ha, essenzialmente, tre stadi clinici:

  • La gengivite, ossia il primo stadio considerato ancora reversibile;
  • La parodontite propriamente detta, cioè lo stato manifesto e cronico, con l’inizio della retrazione gengivale;
  • La parodontite grave, popolarmente conosciuta come piorrea, dove gli elementi dentali cominciano dapprima a ‘dondolare’ e poi a cadere
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I sintomi della parodontite sono dipendenti dunque dal suo stadio di gravità, e sono ovviamente progressivi e, nel complesso, sempre degenerativi del parodonto (cioè gengive ed osso alveolare).

La gengivite è la prima, iniziale, manifestazione della malattia parodontale, fortunatamente ancora reversibile.

Si manifesta come un arrossamento gengivale unito a gonfiore e sanguinamento, che spesso si presenta durante l’igiene domiciliare oppure le sedute di igiene orale professionali.

La gengivite è uno stato ancora reversibile: i tessuti gengivali sono sì infiammati, ma non sono stati ancora danneggiati permanentemente dall’attacco batterico.

I tessuti di supporto del parodonto, dunque, non si sono ancora ritirati e, se si agisce per tempo con l’opportuna terapia, è possibile ripristinare completamente una condizione di normalità, senza danni permanenti.

Se la gengivite non è prontamente curata, invece, inizia nel tempo il secondo stadio, ovverosia quello della parodontite manifesta.

In questo stadio, cronico e degenerativo, i tessuti gengivali lentamente si retraggono verso l’apice radicolare, tentando di proteggersi così dall’attacco della placca batterica.

Aprendosi e ritraendosi, le gengive formano delle vere e proprie tasche (le tasche parodontali), che lasciano scoperta non solo la corona dentale, ma anche parte della radice del dente stesso.

In queste tasche possono annidarsi facilmente altri batteri parodontopatogeni che, oltre a calcificare in tartaro, possono vivere benissimo anche in assenza di ossigeno, scavando sempre di più la gengiva.

Uno dei sintomi caratteristici delle tasche parodontali, segno clinico evidente della presenza, in esse, di residui di cibo e di batteri, è la perenne alitosi che affligge i pazienti con parodontite manifesta.

In un processo lento ma costante, la gengiva si ritrae così sempre più, e la tasca parodontale diviene sempre più profonda, fino ad arrivare, in assenza di opportune cure, alla radice del dente, ancorata al tessuto osseo.

Lì si assiste alla terza ed ultima fase della parodontite, cioè la piorrea manifesta, che porta alla distruzione del tessuto dell’osso alveolare e, giocoforza, all’instabilità degli elementi dentali a lui ancorati.

Senza più il supporto dell’osso, distrutto lentamente dai batteri, il dente prima inizia a muoversi e a ‘dondolare’, per poi cadere spontaneamente.

Tutto questo processo, va chiarito, si dirama in un percorso lento ma costante: occorrono difatti anni alla parodontite per arrivare sino all’osso alveolare, e portare al distacco del dente.

Questa lentezza d’azione è però, paradossalmente, un vantaggio per le cure mediche, poiché lascia il tempo d’intervenire per arrestare il processo distruttivo, ovviamente se il paziente accetta di recarsi dal dentista ed iniziare il percorso di cura.

Quali sono le terapie disponibili al momento per curare la parodontite?

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Allo stato attuale della Medicina, la parodontite cronica, quindi lo step successivo della gengivite, non è curabile totalmente.

Come tutte le malattie di origine genetica, in cui la predisposizione è fondamentale per giustificarne l’inizio sintomatico, la parodontite ha caratteristiche di cronicità, attualmente impossibili da eradicare nel paziente.

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Tuttavia, le attuali terapie avanzate, se non possono far regredire la patologia parodontale, possono comunque fermarne l’avanzamento, stabilizzandola ed impedendo dunque di farla sfociare nell’ultimo stadio che porta, inevitabilmente, alla perdita dei denti.

Queste terapie si basano essenzialmente su un presupposto fondamentale: se la causa scatenante principale della parodontite è una sovraccarica batterica dei germi parodontopatogeni, tale da sopraffare il sistema immunitario e causare la regressione gengivale, è necessario abbassare questa carica per rallentare ed arrestare la retrazione delle gengive.

L’abbassamento della carica batterica è dunque effettuato con svariate tecniche di studio, che prevedono però l’accoppiamento con una scrupolosa igiene quotidiana casalinga.

Tali tecniche sono:

  • L’ablazione agli ultrasuoni, eseguita con un ablatore ultrasonico, utile per distaccare le placche di tartaro;
  • La pulizia radicolare, eseguita con l’ablatore ultrasonico oppure con uno strumento particolare chiamato curette;
  • La decontaminazione delle tasche parodontali con laser odontoiatrico, capace di arrivare in grande profondità e provvedere ad una termo-stimolazione delle gengive;
  • La terapia GBT (Guided Biofilm Therapy), che permette di eliminare i batteri nocivi per mezzo di polveri erogate mediante un getto d’aria;
  • La Chirurgia a ciclo aperto, eseguita solo per i casi gravi e di tasche ormai arrivate sempre più in profondità vicino all’apice radicolare

L’uso di una tecnica o di un’altra è dipeso dalla gravità del caso del singolo paziente, dallo stato effettivo dell’avanzamento della sua parodontite e, non meno importante, anche dalla sua compliance.

Va ribadito obbligatoriamente che queste tecniche di studio devono comunque essere abbinate all’idonea igiene orale quotidiana casalinga, indispensabile per un mantenimento ottimale della riduzione della carica batterica della bocca.

Non minimizzare i sintomi e la condizione clinica delle tue gengive

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La parodontite è una patologia subdola, che fa così tanti danni nella popolazione italiana proprio perché, spesso, è totalmente ignorata nei suoi stadi iniziali.

Molte situazioni gravi, sviluppatesi in anni ed anni di lassismo e di mancati controlli odontoiatrici, potrebbero essere prevenute semplicemente recandosi per tempo dal dentista.

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Lo stato iniziale della parodontite, cioè la gengivite, è ancora reversibile: il paziente potrebbe così evitare l’inizio della malattia parodontale vera e propria semplicemente agendo per tempo, e recandosi subito dal dentista, per cominciare le adeguate cure.

Questo non avviene nella maggior parte dei casi, e del resto la statistica italiana è davvero impietosa: quel 60% della popolazione affetto dalla parodontite è un dato allarmante ma ormai consolidato nel Paese, segno evidente della scarsa informazione sanitaria e un assodato lassismo da parte dei pazienti.

È dunque importante non sottovalutare mai i primi segni di gengivite: il rossore alle gengive, il loro gonfiore, il loro sanguinamento quando si puliscono i denti, le recessioni gengivali: son tutti sintomi evidenti che dovrebbero spingere, e anche celermente, il paziente a ricorrere a cure odontoiatriche.

Anche l’abitudine ai regolari controlli dal dentista, che dovrebbero essere obbligatori per tutti i pazienti (affetti da parodontite o meno, predisposti ad essa o no) è una buona attenzione che dovrebbe essere sempre eseguita.

Il costo economico, nonché psicologico, della cura di una parodontite manifesta, magari che ha raggiunto un alto livello di gravità, è un fattore che dovrebbe essere sempre considerato, e che dovrebbe sempre spingere in paziente a non tergiversare, ma a cercare aiuto dentistico immediato anche in presenza di sintomi iniziali e leggeri.

Pensi di avere i sintomi della parodontite? Possiamo aiutarti

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Lo Studio Dentistico Bittante è uno studio odontoiatrico presente nel cuore di Milano sin dal 1955, proprio dietro al Duomo.

Lo studio è specializzato da molti anni nella Parodontologia, cioè quella branca ultra-specialistica dell’Odontoiatria che studia e cura le patologie del parodonto, quindi gengive e osso alveolare, legamento parodontale e cemento radicolare.

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Nello Studio Dentistico Bittante è sempre presente un’equipe di alto livello specializzata in Parodontologia, formata da Medici Odontoiatri, igienisti dentali e di assistenti alla poltrona con anni d’esperienza proprio nella salvaguardia delle gengive affette da parodontite.

Nello studio sono disponibili trattamenti avanzati basati sul test genetico e il biotest microbiologico, nonché la laserterapia e la moderna terapia GBT.

Anni di esperienza e migliaia di pazienti curati con successo, spesso in condizioni che altri studi medici avevano già dato per spacciate ed incurabili.

Dal 1955, un riferimento milanese di alta qualità per la cura della parodontite, formato da ben tre generazioni di professionisti della salute orale.

PBG - la Parodontologia biologicamente guidata

Test genetico per la parodontite

Grazie a decenni di studi e ricerca medica, lo Studio Dentistico Bittante ha sviluppato un protocolo di cura unico in Italia, chiamato PBG, cioè Parodontologia Biologicamente Guidata.

Questo protocollo innovativo, già sperimentato con successo su migliaia di pazienti nel corso degli ultimi vent'anni, si basa sul trattamento della parodontite mediante l'ausilio di test genetici e microbiologici, effettuati direttamente in studio e che accompagnano ogni piano di cura dei singoli pazienti.

Trattamento avanzato per la parodontite a Milano

Il test genetico della parodontite, analizzando il livello di interleuchine, può stabilire se il paziente è effettivamente predisposto allo sviluppo della malattia parodontale, mentre il test della placca batterica del cavo orale è indispensabile per stabilire la quantità della carica dei batteri parodontopatogeni e batteri saprofiti.

Il test dei batteri parodontopatogeni, o meglio della loro carica, viene eseguito periodicamente durante tutta la terapia, ed è un valore di assoluta importanza in corso di trattamento.

Difatti, proprio questo test guida gli sforzi dei dentisti e degli igienisti dentali, e gli permette di controllare l'effettiva efficacia del trattamento.

Trattamento che viene eseguito mediante precisi protocolli d'igiene orale, avvalendosi di apparecchiature d'avanguardia come il laser odontoiatrico ad alta potenza, il microscopio operatorio e l'erogazione di polveri sottogengivali sottili e molto delicate per mezzo di aria compressa.

I dati dei pazienti trattati parlano chiaro: oltre il 95% di successi conseguiti, interrompendo l'avanzamento della parodontite e salvando i denti naturali dalla caduta.

Con il protocollo PBG potrai dunque:

  • Conoscere se sei predisposto alla parodontite;
  • Conoscere esattamente la tua percentuale di rischio ed esposizione alla piorrea;
  • Conoscere se la tua bocca è un terreno fertile per i batteri nocivi;
  • Arrestare l'avanzata della malattia parodontale;
  • Salvaguardare i tessuti delle tue gengive e del tuo osso alveolare;
  • Impedire la caduta dei tuoi denti naturali

lo Studio Dentistico Bittante si trova a Milano, in Corso Europa 10.

la sede è storica, ed è utilizzata da oltre sessant'anni.

lo Studio Dentistico Bittante non è un franchising e non è una catena low-cost: è uno studio unico, gestito da tre generazioni di professionisti dell'Odontoiatria e dell'igiene orale, e questo è un motivo di vanto per tutti i collaboratori e gli altri professionisti presenti giornalmente nelle sale di trattamento.

lo Studio Dentistico Bittante è nel cuore di Milano, ed è facilmente raggiungibile con le Linee Metropolitane:

  • MM1 (Linea Rossa) Fermata San Babila o Duomo;
  • MM3 (Linea Gialla) Fermata Duomo;
  • MM4 (Linea Blu) Fermata San Babila

se vuoi raggiungerci in autovettura, ricorda che lo studio è nella Zona a Traffico Limitato di Milano (Area C), quindi ti servirà il pass (clicca qui per tutte le informazioni e per acquistarlo).

se devi parcheggiare la tua auto, davanti allo studio è a disposizione un autosilo, con parcheggi orari.

se vieni da fuori Milano in treno, puoi scendere alla stazione Milano Centrale e prendere la linea MM3 (Linea Gialla), direzione S. Donato, fino alla fermata Duomo.

se vieni invece dalla stazione di Porta Garibaldi, il percorso più breve è quello di prendere la linea MM2 (Linea Verde), direzione Abbiategrasso-Assago, scendere a Cadorna, cambiare con la linea MM1 (Linea Rossa), direzione Sesto 1° Maggio e scendere alla fermata Duomo.

se vieni dall'aeroporto di Linate, lo studio è comodamente raggiungibile in poco più di 10 minuti con la linea metropolitana MM4 (Linea Blu), scendendo alla fermata San Babila.

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Dal 1955, il tuo dentista in Centro a Milano.

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Le informazioni sanitarie sono date secondo i principi di scienza e coscienza, senza ausilio di algoritmi generativi.
Tutti gli articoli sanitari sono materiale originale, attendibile, verificato e inviato all'Ordine provinciale di appartenenza.
Nessun articolo è stato scritto, anche parzialmente, da un'intelligenza artificiale generativa.

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Quindi ricorda che...
  • la parodontite, spesso conosciuta come piorrea, è una patologia cronica, ad andamento lento ma inesorabile, che progressivamente distrugge i tessuti gengivali e dell'osso alveolare;
  • la parodontite ha una predisposizione genetica, ma l'agente eziologico della malattia sono alcuni ceppi di batteri definiti parodontopatogeni;
  • i batteri parodontopatogeni solitamente popolano il nostro cavo orale e sono efficacemente tenuti sotto controllo dal nostro sistema immunitario, ma a volte ciò non succede;
  • quando la carica dei batteri parodontopatogeni supera un certo limite, variabile da paziente a paziente a seconda della sua predisposizione genetica, le gengive si infiammano ed inizia la prima fase della patologia parodontale;
  • la fase iniziale della patologia parodontale è chiamata gengivite, ed è l'unica fase reversibile, completamente curabile;
  • la fase cronica della parodontite vede invece un danneggiamento irreversibile delle gengive, che cominciano a ritirarsi sempre più verso l'osso alveolare, che ancora il dente a mandibola o mascella;
  • ritirandosi, le gengive formano delle tasche dove si annidano altri batteri, rendendo cronica l'infezione;
  • lo stadio ultimo della parodontite è la perdita dei denti, la cui struttura di supporto ed ancoraggio all'osso alveolare viene distrutta, lentamente, dall'avanzata dei batteri;
  • la gengivite ha dei sintomi inziiali specifici, che non devono essere ignorati;
  • sanguinamento gengivale, dolore al tatto e alla palpazione, colore tumefatto delle gengive, alitosi cronica e mobilità dentale sono tutti sintomi che devono sempre far sospettare la parodontite;
  • la parodontite è estremamente nella popolazione occidentale ed italiana: solo nel nostro paese, il ministero della salute stima un 60% di pazienti affetti da piorrea manifesta, di cui molti in forma grave e finale;
  • essendo una patologia genetica, una cura definitiva e radicale della parodontite non è ancora nota alla scienza;
  • per fermare il processo degenerativo delle gengive affette da parodontite, è necessario abbassare la carica batterica dei batteri parodontopatogeni;
  • l'igiene orale professionale, eseguita con moderne tecniche di studio, e l'igiene orale domestica sono le armi giuste per combattere la parodontite e fermarne l'avanzamento
Dentista in centro a Milano Dott. Gianluigi Bittante

Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Gianluigi Bittante il giorno:

lunedì 19 febbraio, 2024

Il Dott. Gianluigi Bittante è un Medico Chirurgo specializzato in Odontostomatologia e Protesi Dentaria.

Ha rilevato lo storico Studio Dentistico Bittante da suo padre, il Dott. Luigi Bittante, che lo aprì nel 1955.

Si è particolar modo dedicato allo studio e al trattamento della parodontite, conosciuta anche come piorrea, di cui è uno dei massimi esperti in Italia.

Lo Studio Dentistico Bittante è, attualmente, uno dei centri di rilievo nazionale per il trattamento della parodontite, e giornalmente riceve pazienti da tutta Italia, curando casi complessi a cui, spesso, è stata proposta l'estrazione di tutti gli elementi dentali danneggiati dalla piorrea.

Nell'esercizio trentennale della professione di Medico, il Dottore ha sviluppato un protocollo di trattamento della parodontite unico in tutto il Paese, chiamato PBG - Parodontologia Biologicamente Guidata.

L'obiettivo del Dottore, spesso realizzato, è proprio quello di salvare i denti dei suoi pazienti con parodontite, evitandone l'estrazione.

Oltre a questo scopo principale, quotidianamente il Dott. Gianluigi Bittante si occupa dell'Odontoiatria d'urgenza, dell'Odontoiatria Estetica, dell'Implantologia e della cura della parodontite.

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